erik lindegren (1910-1968)
Erik Lindegren è stato uno
scrittore, poeta e traduttore svedese esponente del movimento modernista in
Scandinavia.
Nacque nel 1910 a Luleå. Ebbe il suo primo contatto con la poesia durante il ginnasio (frequentato a Östersund), periodo nel quale entrò a far parte dell'associazione letteraria scolastica “Lyran” (fondata nel 1864).
Dopo aver prestato servizio militare, studiò Storia della Letteratura e Filosofia alla Stockholms Högskola.
Dal 1948 al 1950 fu redattore del periodico Prisma, il quale non si occupava soltanto di letteratura, ma anche di arte, musica, teatro, danza e architettura. Fu membro della Svenska Akademien dal 1962 al 1968, anno in cui morì a Stoccolma.
Nel 1934 Lindegren debuttò come poeta con le liriche Tristans död e Feber, pubblicate su un numero dello Svenska Dagbladet. Dal 1935 al 1954 vennero pubblicate quattro raccolte di liriche: Posthum Ungdom (1935), mannen utan väg (1942), Sviter (1947) e Vinteroffer (1954).
Durante il resto della vita Lindegren si dedicò anche alla prosa, pur non pubblicando nulla di quel genere, ma solo recensioni e saggi letterari su diverse riviste riguardo ad autori a lui particolarmente graditi quali Rainer Maria Rilke, Henrik Ibsen, Charles Baudelaire, Virginia Woolf e Gunnar Ekelöf. L’autore svolse un’intensa attività di traduttore, in particolare di opere moderniste, quali, tra le tante, il dramma teatrale Assassinio nella cattedrale di Eliot nel 1939 e, due anni dopo, le Duineser Elegien di Rilke. Con lo scrittore e traduttore svedese Erik Mesterton, Lindegren tradusse anche l’Amleto; in collaborazione con il compositore, anch’egli svedese, Karl Birger Blomdahl realizzò i libretti per le opere Aniara, sulla base del poema di Harry Martinson e Herr von Hancken, sulla base del romanzo di Hjalmar Bergman.
(a cura di Beatrice Luna)
Nacque nel 1910 a Luleå. Ebbe il suo primo contatto con la poesia durante il ginnasio (frequentato a Östersund), periodo nel quale entrò a far parte dell'associazione letteraria scolastica “Lyran” (fondata nel 1864).
Dopo aver prestato servizio militare, studiò Storia della Letteratura e Filosofia alla Stockholms Högskola.
Dal 1948 al 1950 fu redattore del periodico Prisma, il quale non si occupava soltanto di letteratura, ma anche di arte, musica, teatro, danza e architettura. Fu membro della Svenska Akademien dal 1962 al 1968, anno in cui morì a Stoccolma.
Nel 1934 Lindegren debuttò come poeta con le liriche Tristans död e Feber, pubblicate su un numero dello Svenska Dagbladet. Dal 1935 al 1954 vennero pubblicate quattro raccolte di liriche: Posthum Ungdom (1935), mannen utan väg (1942), Sviter (1947) e Vinteroffer (1954).
Durante il resto della vita Lindegren si dedicò anche alla prosa, pur non pubblicando nulla di quel genere, ma solo recensioni e saggi letterari su diverse riviste riguardo ad autori a lui particolarmente graditi quali Rainer Maria Rilke, Henrik Ibsen, Charles Baudelaire, Virginia Woolf e Gunnar Ekelöf. L’autore svolse un’intensa attività di traduttore, in particolare di opere moderniste, quali, tra le tante, il dramma teatrale Assassinio nella cattedrale di Eliot nel 1939 e, due anni dopo, le Duineser Elegien di Rilke. Con lo scrittore e traduttore svedese Erik Mesterton, Lindegren tradusse anche l’Amleto; in collaborazione con il compositore, anch’egli svedese, Karl Birger Blomdahl realizzò i libretti per le opere Aniara, sulla base del poema di Harry Martinson e Herr von Hancken, sulla base del romanzo di Hjalmar Bergman.
(a cura di Beatrice Luna)
Dalla tesi di Beatrice Luna: Traduzione e commento di alcune liriche tratte dalla raccolta mannen utan väg (“l’uomo senza via”,
1942) di Erik Lindegren
In Svezia i cosiddetti fyrtiotalister (“Quarantisti”), autori che debuttarono negli anni Quaranta, manifestarono la tendenza a esprimersi attraverso una lirica che diventava oggetto di sperimentazione sempre più elaborata, al fine di mostrare l'impossibilità di comprendere la deludente realtà segnata dal pessimismo, dall’angoscia e dalla disillusione. Erik Lindegren, che insieme a Karl Vennberg fu uno di loro, compì esattamente questo nella raccolta di liriche mannen utan väg.
L’opera venne pubblicata dall’autore stesso nel 1942 per poi uscire in una nuova edizione tre anni dopo, grazie alla casa editrice Bonnier, la quale si era inizialmente rifiutata di pubblicare un lavoro così rivoluzionario.
Attraverso un linguaggio fortemente simbolico e metaforico il poeta intende descrivere e riportare l’impotenza che caratterizzò l’umanità di fronte alla Guerra e la devastazione anche e soprattutto psichica che essa generò. Nella composizione della raccolta l’autore venne influenzato dalla pittura surrealista di Salvador Dalì, dalla poesia di Karl Vennberg e di Gunnar Ekelöf e dal celebre poema La Terra Desolata di T. S. Eliot.
Per quanto riguarda la struttura, mannen utan väg comprende alcuni versi introduttivi ai quali seguono 40 liriche composte da sette distici ciascuna. Il carattere ermetico dato dalla scarsità di lettere maiuscole e di punteggiatura contrasta con le frequenti ed elaborate figure retoriche.
Come conclusione del corso di Laurea Triennale ho deciso di occuparmi, con l’aiuto del Professor Davide Finco, relatore della mia tesi, della traduzione e dell'analisi di parte di questa raccolta in quanto sono stata subito incuriosita dalla scarsa diffusione, anche in area scandinava, dell'opera; per quanto io abbia potuto scoprire dalle mie ricerche, le informazioni presenti su di essa non sono molte, nonostante si sia trattato di un lavoro rivoluzionario di grande importanza e valore. Ne ho voluto pertanto proporre una traduzione, un'analisi e un'interpretazione personale.
l’uomo senza via, 1942
I
[…]
dove la parola commette l'harakiri al bagliore delle esplosioni
e la tromba ha il sapore di porcellana distrutta e sangue morente
nella sala degli specchi dove uno diventa i troppi
e vorrebbe tuttavia cadere come rugiada nella tomba del tempo
[…]
V
[…]
la mano trema dalla vertigine sulla scala dei soffocanti
avare lacrime volteggiano nella gabbia vuota dell'usignolo
gli stessi sofferenti esigono altre vittime
persino un incidente ferroviario balbetta perdono
un occhio senza palpebra brucia: corto circuito e solitudine
e il destino fotografa ancora un cadavere stupito
[…]
(trad. Beatrice Luna)
In Svezia i cosiddetti fyrtiotalister (“Quarantisti”), autori che debuttarono negli anni Quaranta, manifestarono la tendenza a esprimersi attraverso una lirica che diventava oggetto di sperimentazione sempre più elaborata, al fine di mostrare l'impossibilità di comprendere la deludente realtà segnata dal pessimismo, dall’angoscia e dalla disillusione. Erik Lindegren, che insieme a Karl Vennberg fu uno di loro, compì esattamente questo nella raccolta di liriche mannen utan väg.
L’opera venne pubblicata dall’autore stesso nel 1942 per poi uscire in una nuova edizione tre anni dopo, grazie alla casa editrice Bonnier, la quale si era inizialmente rifiutata di pubblicare un lavoro così rivoluzionario.
Attraverso un linguaggio fortemente simbolico e metaforico il poeta intende descrivere e riportare l’impotenza che caratterizzò l’umanità di fronte alla Guerra e la devastazione anche e soprattutto psichica che essa generò. Nella composizione della raccolta l’autore venne influenzato dalla pittura surrealista di Salvador Dalì, dalla poesia di Karl Vennberg e di Gunnar Ekelöf e dal celebre poema La Terra Desolata di T. S. Eliot.
Per quanto riguarda la struttura, mannen utan väg comprende alcuni versi introduttivi ai quali seguono 40 liriche composte da sette distici ciascuna. Il carattere ermetico dato dalla scarsità di lettere maiuscole e di punteggiatura contrasta con le frequenti ed elaborate figure retoriche.
Come conclusione del corso di Laurea Triennale ho deciso di occuparmi, con l’aiuto del Professor Davide Finco, relatore della mia tesi, della traduzione e dell'analisi di parte di questa raccolta in quanto sono stata subito incuriosita dalla scarsa diffusione, anche in area scandinava, dell'opera; per quanto io abbia potuto scoprire dalle mie ricerche, le informazioni presenti su di essa non sono molte, nonostante si sia trattato di un lavoro rivoluzionario di grande importanza e valore. Ne ho voluto pertanto proporre una traduzione, un'analisi e un'interpretazione personale.
l’uomo senza via, 1942
I
[…]
dove la parola commette l'harakiri al bagliore delle esplosioni
e la tromba ha il sapore di porcellana distrutta e sangue morente
nella sala degli specchi dove uno diventa i troppi
e vorrebbe tuttavia cadere come rugiada nella tomba del tempo
[…]
V
[…]
la mano trema dalla vertigine sulla scala dei soffocanti
avare lacrime volteggiano nella gabbia vuota dell'usignolo
gli stessi sofferenti esigono altre vittime
persino un incidente ferroviario balbetta perdono
un occhio senza palpebra brucia: corto circuito e solitudine
e il destino fotografa ancora un cadavere stupito
[…]
(trad. Beatrice Luna)